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SOSTANAH – Stabilità del suolo e pericoli naturali: dalle parole ai fatti

 

Giunto a metà percorso, uno studio svolto nel quadro del Progetto nazionale di ricerca 68 fornisce i primi risultati sugli effetti che le proprietà del terreno, la destinazione dei suoli e la vegetazione esercitano sulla stabilità dei pendii.

 

In Svizzera le erosioni e le frane sono frequenti cause di gravi danni. Diventa quindi sempre più importante proteggere la popolazione così come gli edifici e le vie di comunicazione da questi pericoli naturali, migliorando nel contempo la loro prevedibilità. L’obiettivo di questo progetto è scoprire in che modo le proprietà del terreno, la destinazione dei suoli e la vegetazione, che vive in simbiosi con funghi micorrizici, influiscono sulla stabilità dei pendii. Lo studio permetterà ai ricercatori da un lato di individuare gli indicatori che forniscono informazioni su una frana superficiale del terreno e, dall’altro, di formulare raccomandazioni non solo sull’utilizzazione sostenibile del terreno dal punto di vista di stabilità, biodiversità e destinazione dei suoli, ma anche sulle modalità di stabilizzazione dei pendii con l’aiuto di vegetazione e funghi.

 

Nuovi esperimenti grazie a un apparecchio per prove a sollecitazione di taglio appositamente sviluppato

La ricerca si basa su una banca dati nella quale sono documentate dettagliatamente oltre 700 frane (Fig. 2). Il team di ricercatori svolge inoltre esperimenti in laboratorio e sul campo per determinare parametri fisici importanti come forze di taglio nel terreno e stabilità degli aggregati.

Per i test di laboratorio, i collaboratori del WSL e dell’SLF hanno sviluppato un nuovo apparecchio per prove a sollecitazione di taglio (Fig. 3) che riunisce i vantaggi dei tradizionali metodi sul campo e in laboratorio: da un lato consente di controllare in modo ottimale e riprodurre a piacere gli esperimenti e, dall'altro, di testare grandi campioni di terreno in grado di rappresentare in maniera adeguata le condizioni naturali. Per analizzare la stabilità dei campioni di terreno con o senza copertura vegetale, gli scienziati li sollecitano con precise forze predefinite: non solo in posizione orizzontale, ma anche con un'inclinazione sino a 45°. Questo apparecchio permette per la prima volta di analizzare, all'interno di un laboratorio, campioni di terreno in condizioni simili a quelle presenti sul pendio. Un ulteriore vantaggio del nuovo dispositivo è rappresentato dalle misure della cassetta portacampioni: grazie alle sue dimensioni di 50 x 50 x 40 cm, può infatti contenere campioni nettamente più grandi di quelli usati nelle prove di laboratorio tradizionali.

 

Le piante stabilizzano nettamente il suolo

I risultati delle prime prove a sollecitazione di taglio sono molto promettenti: per i campioni con copertura vegetale, la forza di taglio massima è più alta sino al 65% rispetto a quella necessaria per i campioni incolti. Ciò significa che è necessaria una forza nettamente maggiore per causare una frana. Gli esperimenti sul campo e in laboratorio dimostrano inoltre che la piantumazione di terreni incolti non solo contribuisce a stabilizzare il suolo, ma fa anche sì che si sviluppi una comunità vegetale stabile molto più velocemente rispetto a quello che avviene quando il materiale terroso viene abbandonato a se stesso.

 

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