Cambiamento climatico: il pozzo di carbonio del Nord Atlantico è cambiato

26.02.2019  | Birgit Ottmer |  News WSL

Minuscoli organismi marini trasportano enormi quantità di carbonio dall’atmosfera alle profondità degli oceani, dove rimane immagazzinato a lungo termine, liberandone l’atmosfera. Un nuovo studio dimostra che questo processo, almeno nel Nord Atlantico, è sensibilmente alterato dal cambiamento climatico.

Nel ciclo del carbonio globale gli oceani svolgono un ruolo importante come pozzi di carbonio: da un lato l’anidride carbonica viene fissata chimicamente, dall’altro il fitoplancton la assorbe dall’aria attraverso la fotosintesi. Minuscoli organismi, il cosiddetto zooplancton, si nutrono di fitoplancton. Durante il giorno, per non essere a loro volta mangiate da pesci o altri predatori, molte specie di zooplancton si nascondono nell’oscurità del fondo degli oceani. Alcune specie vanno inoltre in letargo ancora più in profondità, dove respirando rilasciano l’anidride carbonica, che rimane però fissata nelle acque profonde. In più i loro escrementi, anch’essi contenenti carbonio, si depositano sul fondale. Tutti questi processi fanno parte della cosiddetta «pompa biologica», un meccanismo che assorbe dall’atmosfera circa la stessa quantità di carbonio che l’uomo attualmente vi rilascia. È dunque un processo importante, che tampona l’effetto serra.

In uno studio di recente pubblicazione, il ricercatore Philipp Brun, oggi attivo presso il WSL, ha dimostrato insieme a colleghi provenienti da Danimarca, Stati Uniti, Regno Unito e Italia, che nel Nord Atlantico il cambiamento climatico ha alterato sensibilmente questa pompa. Gli epicentri dei pozzi di carbonio si sono spostati in direzione nord-ovest. Ora tra l’Islanda e il Golfo del Maine viene catturato più carbonio di prima, con la conseguente diminuzione del trasporto nell’oceano aperto.

Copepodi si trasferiscono

Nel loro studio i ricercatori si sono concentrati sul gruppo dei copepodi (vedi immagine). Si tratta di importanti cacciatori di fitoplancton nel Nord Atlantico, la cui diffusione e frequenza è stata oggetto di numerose osservazioni. Sebbene i singoli esemplari siano grandi al massimo quanto un chicco di riso (il corpo raggiunge una lunghezza di 0,3–7 mm), essendo estremamente numerosi forniscono un contributo essenziale alla pompa del carbonio. Per il loro studio i ricercatori hanno combinato i dati di osservazione sulla diffusione temporale e geografica dei copepodi negli ultimi 60 anni con considerazioni e calcoli teorici sulle modalità di deposito del carbonio nelle profondità degli oceani attraverso la migrazione, la respirazione, gli escrementi o la morte di questi microrganismi. Il risultato: il cambiamento delle temperature nel Nord Atlantico ha fatto sì che molte specie abbiano spostato il centro della loro area di diffusione verso il polo e ha modificato la composizione delle specie. Di conseguenza anche l’attività principale della pompa biologica si è spostata in direzione nord-ovest.

Philipp Brun precisa: «I nostri dati non sono sufficienti per ipotizzare alterazioni dell’efficenza della pompa nell’intero bacino del Nord Atlantico. Tuttavia abbiamo potuto dimostrare che gli spostamenti delle aree di diffusione di importanti specie provocati dal cambiamento climatico hanno causato considerevoli variazioni nell’esportazione del carbonio a livello regionale. È importante continuare a osservare con attenzione questi processi.»

I calcoli di Philipp Brun e dei suoi colleghi di principio sono applicabili anche ad altri oceani e potrebbero essere integrati in modelli che simulano i flussi di carbonio globali.

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