Ippocastani «sanguinanti»: nuovo agente patogeno trovato in Svizzera

21.08.2016  |  News

Dal 2015 è stata documentata la presenza negli ippocastani svizzeri di un nuovo agente patogeno proveniente dall’Asia. Il batterio provoca una secrezione di colore marrone scuro dal tronco, simile al sangue. Gli esperti dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL consigliano di avviare le necessarie misure di protezione.

Le secrezioni «sanguinanti» dal tronco degli ippocastani, le cosiddette essudazioni fermentative, sono già note da diverso tempo. Gli esperti ritenevano che l’agente patogeno responsabile fosse un parassita del genere Phytophtora. Dall’inizio del nuovo millennio questi sintomi stanno aumentando progressivamente in molti paesi europei e provocano in alcune zone la moria in massa degli ippocastani (Aesculus hippocastanum).

Prime prove in Svizzera

Nel 2015 l’esperto botanico Matthias Brunner ha segnalato la presenza di un’essudazione fermentativa di colore marrone/nero in diversi ippocastani situati in un parco di Rapperswil nei pressi del lago di Zurigo. I ricercatori del WSL hanno quindi analizzato gli alberi malati, trovando tessuto morto di colore arancione-marroncino sotto allo strato esterno della corteccia.

Nel corso degli esperimenti di laboratorio, al posto dell’atteso agente patogeno Phytophtora, in molti campioni si è sviluppato un batterio, che da un’analisi del DNA è stato identificato come Pseudomonas syringae pv. aesculi. Nella serra ad alta sicurezza presso il WSL, i ricercatori hanno quindi inoculato questo batterio in alcuni ippocastani sani. Le piante hanno sviluppato le caratteristiche secrezioni «sanguinanti», permettendo così di smascherare senza dubbio l’agente patogeno.

I ceppi del gruppo Pseudomonas syringae infestano diversi tipi di piante, quelli della sottospecie aesculi gli ippocastani. Il batterio proviene probabilmente dall’India, dove è stato isolato nella specie Aesculus indica.

Spesso l’abbattimento è l’unica soluzione

In Europa il batterio ha fatto la sua prima comparsa agli inizi del nuovo millennio nei Paesi Bassi e in Inghilterra. Nel frattempo ci sono prove della sua presenza in molti paesi europei. Dal 2007 la malattia ha causato gravi danni in Germania: diversi alberi cittadini hanno dovuto essere abbattuti e bruciati. Dal momento che attualmente non esistono altre possibilità di lotta, in Svizzera l’ippocastano è minacciato dallo stesso destino. «Le esperienze maturate all’estero hanno dimostrato che l’agente patogeno si diffonde in modo molto veloce e può rappresentare un problema», spiega Joana Meyer, fitopatologa presso il WSL.

Non è ancora chiaro come esattamente si diffonda l’agente patogeno: a livello locale probabilmente grazie al vento e alla pioggia. Può tuttavia diffondersi anche tramite piante infette, terra o attrezzi contaminati. Il batterio penetra attraverso le aperture della corteccia come ad es. lenticelle, spaccature di crescita o lesioni, infestando c$orteccia e zona di crescita. L’infestazione interrompe il trasporto di sostanze nutritive e acqua. Singoli rami o addirittura interi alberi possono così morire e favorire l’infestazione da parte di altri organismi nocivi.

Gli ippocastani sani possono tuttavia mostrare un’evoluzione benigna della malattia: in questo caso probabilmente il tessuto incapsula l’agente patogeno e causa la morte dei batteri.

Necessaria la massima igiene

Per evitare la diffusione della malattia, i ricercatori del WSL consigliano di adottare severe misure igieniche quando si lavora con le piante infette: disinfettare gli attrezzi da taglio dopo il lavoro (ad es. con alcol al 70%), smaltire in modo sicuro o bruciare il materiale vegetale infetto e pulire bene le scarpe dalla terra.

Negli alberi vecchi, i rami morti rappresentano un rischio per l’uomo e dovrebbero essere segati. I giardinieri devono controllare periodicamente se gli ippocastani appena piantati presentano i sintomi di essudazione fermentativa e rimuoverli in caso di infestazione.

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