Mangiatori di plastica trovati nei terreni alpini e artici

11.05.2023  | Lea Huber (WSL) / Mischa Dijkstra (Frontiers science writer) | News WSL

Scienziati dell'Istituto federale di ricerca sulla foresta, la neve e il paesaggio WSL hanno scoperto dei microbi che degradano la plastica a basse temperature. Questo apre nuove prospettive per il riciclaggio di alcuni tipi di plastica. La maggior parte dei microbi conosciuti richiedeva almeno 30°C per la decomposizione.

I microrganismi rappresentano una grande speranza per lo sviluppo di un'economia circolare della plastica. Alcune specie producono enzimi, cioè catalizzatori costituiti da proteine, che accelerano la degradazione della plastica in componenti più piccoli e riutilizzabili. Tuttavia, gli enzimi finora conosciuti richiedono temperature superiori ai 30°C per l'applicazione industriale. Questo tipo di riciclaggio consuma quindi molta energia e comporta costi elevati. Ora, nell'ambito della sua tesi di dottorato nel gruppo di ricerca guidato dal Dr. Beat Frey presso l'Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio WSL, Joel Rüthi ha scoperto dei microbi in grado di decomporre alcuni tipi di plastica anche a 15°C. Lo studio è stato pubblicato mercoledì sulla rivista scientifica "Frontiers in Microbiology".

Nel laboratorio i ricercatori hanno interrato plastica in suoli provenienti dalle Alpi e dalla Groenlandia e hanno esaminato i batteri e i funghi che vi sono cresciuti sopra nel corso di diversi mesi. Hanno inoltre isolato microbi da plastica sepolta per un anno in Groenlandia e da rifiuti raccolti sulle Spitsbergen. Poi hanno testato la loro capacità di degradare diversi tipi di plastica in laboratorio, in condizioni controllate. Diciannove ceppi sono stati in grado di degradare le plastiche biodegradabili, ma nessuno è stato in grado di degradare la plastica "normale", il polietilene (PE).

Prima che le nuove scoperte possano essere effettivamente applicate al riciclaggio della plastica biodegradabile, i ricercatori devono ancora superare alcuni ostacoli: "La prossima grande sfida sarà identificare gli enzimi di degradazione della plastica prodotti dai microbi e ottimizzare il processo per ottenere grandi quantità di enzimi. Inoltre, potrebbe essere necessario modificare ulteriormente gli enzimi per ottimizzare proprietà come la loro stabilità", afferma Beat Frey, coautore dello studio.


Contatto

Links e documenti