Il bosco di Bödmeren presso Muotathal sta diventando una foresta vergine

05.07.2021  | Reinhard Lässig | News WSL 

In un clima freddo e con molta neve, i boschi di conifere d’alta quota non governati cambiano solo lentamente, ma sul lungo periodo l’evoluzione è netta. Nel corso di 44 anni, nel bosco di Bödmeren (Cantone di Svitto) il volume legnoso degli alberi vivi è aumentato del 50 per cento, come dimostrano i risultati dell’ultimo inventario forestale dell’Istituto federale di ricerca WSL. A crescere è stata anche la quantità di legno morto, importante per la biodiversità.

Il bosco di Bödmeren è una delle 50 riserve in Svizzera in cui lo sviluppo da bosco sfruttato a foresta primordiale è oggetto di studi scientifici. Nel 1971 una parte di cinque ettari è stata posta sotto protezione, terminando l’utilizzo del legno. Dopo diversi ampliamenti, la superficie protetta ammonta oggi a 463 ettari, pari a più di 500 campi da calcio. Il bosco di Bödmeren appartiene alla Oberallmeindkorporation Schwyz.

Il volume legnoso è aumentato del 50 per cento

Nei 44 anni dall’ultimo inventario (1974), il volume legnoso medio è aumentato della metà, passando da 187 a 280 metri cubi per ettaro. Pur avendo abbattuto molti alberi anche nel bosco di Bödmeren, la tempesta Vivian del 1990 non è stata in grado di interrompere il trend positivo. Ciò è da ricondurre principalmente al fatto che la gestione del bosco è stato interrotta e da allora gli alberi possono crescere indisturbati. Prima che ciò si manifesti con un aumento del volume legnoso, nel clima freddo, umido e ricco di neve di questo bosco di montagna sono tuttavia necessari alcuni decenni.

D’altra parte, il cambiamento climatico potrebbe leggermente favorire l’accrescimento visto che le temperature più elevate prolungano il periodo annuo di crescita. Il numero degli alberi vivi con un diametro medio del fusto di oltre 7 cm è rimasto invariato dal 1974; ciò significa che i giovani alberi ricresciuti hanno compensato quelli morti. Sempre più alberi (attualmente circa 3,5 per ettaro) sono diventati dei giganti con un imponente diametro medio del fusto pari o superiore a 80 cm. Oltre l’85 per cento degli alberi è formato da abeti rossi, circa l il 7 per cento da pini mughi, il 4 per cento da betulle e l’1,5 per cento da abeti bianchi: una composizione di specie naturale tipica di questo clima freddo.

Più legno morto: una preziosa base per una maggiore biodiversità

Il legno morto costituisce un importante substrato per la biodiversità. In questa riserva boschiva ne sono presenti 52 m3/ha, di cui tre quarti composti da fusti a terra e una quota notevole da legno morto in avanzata decomposizione. Rispetto ad altre aree boschive inutilizzate e alla maggior parte dei boschi governati si tratta di un valore elevato, ma comunque inferiore rispetto ai boschi primordiali situati in regioni climaticamente simili (Alpi, Carpazi). Il fatto che il legno morto non sia di più potrebbe essere riconducibile all’economia alpestre, per la quale il legno è stato sfruttato ancora a lungo. Ciononostante, il bosco di Bödmeren si trova in condizioni molto simili allo stato naturale e in alcuni punti si presenta già quasi come un bosco primordiale. La quantità di legno morto in piedi o a terra aumenta, circostanza che favorisce numerosi organismi che abitano e decompongono il legno, come ad esempio coleotteri, siricidi e altri insetti, nonché funghi arboricoli che decompongono lignina e cellulosa. Molti alberi presentano anche microhabitat come cavità e lesioni del fusto che li rendono interessanti per uccelli, insetti e funghi. Nel bosco di Bödmeren sono inoltre presenti numerosi muschi, licheni e funghi rari (aspetto che tuttavia non è stato preso in esame dallo studio in questione).

Negli anni 1973, 1989 e 2003 l’ETH ha svolto inventari di tutti gli alberi in piedi presso quattro particelle di osservazione permanente per un totale di 4,8 ha. Dal 2018 il WSL li porta avanti assieme all’ETH. Negli anni ’80 flora, fauna e altre particolarità del bosco di Bödmeren sono state oggetto di approfondite ricerche. Tramite esami dendrocronologici i ricercatori hanno determinato anche l’età di alcuni alberi selezionati. I più antichi di questi risalgono a più di 500 anni fa. I risultati di questi lavori sono stati pubblicati nei resoconti della Schwyzerische Naturforschende Gesellschaft e altrove. L’ufficio forestale cantonale ha svolto inventari presso punti campione nel 1974 e nel 1998, mentre nel 2004 è stata rilevata anche la quantità di legno morto.

Dal 2002 al 2005 il bosco di Bödmeren è stato poi studiato a livello interdisciplinare su incarico della fondazione Urwaldreservat Bödmeren: i risultati dimostrano che sotto alcuni aspetti si sta avvicinando alle condizioni di bosco primordiale. Nel 2009 è stata elaborata la storia dell’utilizzazione del bosco di Bödmeren. Fonte: Brang, P. (Ed.); Heiri, C. (Ed.); Bugmann, H. (Ed.), (2011): Waldreservate. 50 Jahre natürliche Waldentwicklung in der Schweiz. Berna, Stoccarda; Haupt.

L’inventario a campione svolto nel 2018 nel bosco di Bödmeren ha beneficiato del sostegno della fondazione Urwaldreservat Bödmeren, della fondazione Albert Koechlin, del fondo della lotteria del Cantone di Svitto, dei distretti di See e Gaster nonché dell’Ufficio federale dell’ambiente.

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