Sperimentazione su scala nazionale della tolleranza ai cambiamenti climatici di alcune specie arboree

12.11.2020  | Reinhard Lässig / Peter Brang | News WSL

A causa dei cambiamenti climatici, molte specie arboree soffriranno gli effetti di uno stress da siccità in progressivo aumento. Ci si domanda quindi, dove potranno crescere in futuro. L’Istituto federale di ricerca WSL, l’Ufficio federale dell’ambiente UFAM, 20 uffici forestali cantonali e numerose aziende forestali hanno ora unito le loro forze e stanno allestendo numerose piantagioni sperimentali per studiare la tolleranza al clima di 18 specie arboree.

Già negli ultimi decenni per gli alberi che crescono in Svizzera le condizioni ambientali sono cambiate radicalmente. Alcune specie come abete rosso e faggio hanno iniziato a indebolirsi o addirittura a deperire, nella maggior parte dei casi a causa della siccità. Fino alla fine del XXI secolo, i cambiamenti climatici riserveranno alla Svizzera estati più siccitose e più calde di almeno 3 – 4 gradi. Gli addetti al governo del bosco si domandano quindi come le specie arboree riusciranno a cavarsela in futuro sotto gli effetti del riscaldamento globale.

Piantagioni sperimentali in 20 cantoni

Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno iniziato ad allestire 57 piantagioni sperimentali. Il progetto prevede di piantare 18 specie arboree in differenti condizioni ambientali, ad es. a diverse altitudini e in varie regioni climatiche. Le piantagioni sperimentali sono distribuite su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è scoprire con quale clima meglio conviene a ognuna delle specie arboree e in quali condizioni i raggiungono i loro limiti. Inoltre si studia in che misura è possibile piantare già oggi gli alberi nei loro habitat ideali futuri, in modo che possano diffondersi autonomamente evitando costose piantagioni. Di norma questi habitat sono situati ad altitudini più elevate rispetto a quelle in cui gli alberi si trovano attualmente.

Dalle ricerche bibliografiche effettuate prima dell’inizio del progetto e dalle esperienze maturate a livello nazionale e internazionale è emerso che tra 100 anni le 18 specie arboree selezionate garantiranno in modo determinante le prestazioni previste dai boschi svizzeri, come ad es. ricavo di legname, protezione contro i pericoli naturali, filtrazione delle acque, biodiversità e valore ricreativo. Tra di esse figurano specie autoctone diffuse già oggi come abete bianco e larice, così come diverse specie di rovere, ma anche specie meno conosciute come tiglio riccio e sorbo torminale. A queste si aggiungono alcune specie che oggi in Svizzera non sono ancora autoctone e che provengono da regioni più calde, come ad es. il nocciolo di Costantinopoli, il cedro dell'Atlante e la douglasia.

Nel quadro dell’esperimento non vengono confrontate solo le specie arboree tra di loro, ma anche sette varietà di ciascuna di esse, le cosiddette provenienze. Infatti, gli alberi si adattano geneticamente all’ambiente circostante per millenni e trasmettono il loro materiale genetico e le loro proprietà da generazione in generazione. Gli esperimenti sul campo dovranno dimostrare se la provenienza è effettivamente in grado di influenzare la crescita dei giovani alberelli. Dal punto di vista dell'adattamento ai cambiamenti climatici, gli alberelli provengono in parte da piante genitrici delle regioni più calde e secche dell’Europa meridionale.

Prevista un’osservazione a lungo termine

I 55’000 alberelli sono stati cresciuti dal 2018 in vari vivai. Nell’autunno del 2020 i primi di essi verranno piantati su grandi estensioni di bosco i cui alberi precedentemente presenti erano stati abbattuti. La messa a dimora segue uno schema standard con piccole parcelle divise per provenienza e specie arborea. Nel corso dei prossimi 30 – 50 anni verrà monitorato regolarmente lo stato delle piantagioni: come crescono gli alberi, se sopravvivono e quali danni si verificano.

Un’osservazione a lungo termine è un fattore importante, perché per la crescita degli alberi dovrebbero essere determinanti eventi climatici estremi e rari in natura, come ad es. una gelata in primavera avanzata o un’ondata di siccità in estate. Le condizioni meteo verranno quindi rilevate presso ogni sito sperimentale con l’aiuto di una stazione climatologica.

I primi risultati delle piantagioni sperimentali sono previsti tra cinque anni. Il progetto vuole contribuire in modo determinante non solo a stabilire le specie arboree idonee per ogni singolo bosco e quelle capaci di adattarsi alle future condizioni, ma anche a fornire indicazioni sulle provenienze più adatte, e quindi a garantire che il bosco continui a proteggerci dai pericoli naturali, a produrre legname, a garantire un valore ricreativo e a offrire habitat variegati.

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